Laura Boldrini è una di quelle donne il cui curriculum vitae fa invidia anche agli uomini più accreditati e stimati del panorama mondiale, è una donna con gli attributi appunto.

Mi chiedevo: chissà perché quando una donna vale le viene rifilata subito una qualche natura maschile per descrivere meglio il suo valore? Questo suona come se tutti gli uomini fossero valorosi a prescindere!
Poi se a questa donna le sono state date diverse medaglie al valore, tra cui anche un titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, va da sé che anche un uomo con le “palle” –concedetemi il francesismo – si possa sentire in soggezione!

Devo dire che rapportarmi ad una donna di così alta levatura ha provocato in me un mix d’imbarazzo e reverenza, chi può biasimarmi?!
Volevo però, a mio modo, ribadire l’importanza di una donna del genere in un ruolo del genere e in un luogo del genere!
Perdonate il gioco di parole ma, a mio avviso, tutto si riassume in questo:

Laura Boldrini, la terza donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati della Repubblica Italiana alla sua “XVII legislatura”, in un momento emblematico della politica italiana e in un luogo dove la diplomazia, la furbizia e il sacrificio, luoghi comuni dell’essere ‘femmina’, sono così preziosi.

Il suo percorso professionale e istituzionale salta alla vista anche di un cieco! La Boldrini si è laureata in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma come molti dei comuni mortali, poi però è stata: giornalista in Rai e per la FAO all’interno della sua carriera ONU, portavoce dell’Italia per il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e Portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNHCR).

Tanto per non farsi mancare nessuna qualità (!!!) continua a scrivere, a coltivare quella voluttà per il giornalismo o meglio per la denuncia, scrive per il blog Popoli in Fuga, sul sito del quotidiano La Repubblica e su quello de The Huffington Post Italia.
Inoltre il settimanale Famiglia Cristiana, nel suo numero 1 del 2010, l’ha indicata come Italiana dell’anno 2009 e (per par condicio) le è stato conferito il premio Nazionale ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).
Ne viene fuori il quadro di una donna che ha fatto della Resistenza e della Perseveranza uno stile di vita, non dimenticando mai il valore della Misericordia.