Tempo di lettura: 3 minuti se avete imparato a leggere da poco

Ascolto consigliato: Billie Eilish “My Boy”

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Fine marzo, suona la campanella che dice che sto trascurando il mio blog, è un mese esatto che non pubblico nulla ed è ora di fare i compiti.

Parlo così perché scorsa settimana ho fatto un’esperienza che mai mi sarei aspettata: ho fatto la maestra.

Una mia amica, maestra vera, mi ha invitata nella sua classe a tenere una lezione sulla radio, un esperimento bizzarro che credo abbia funzionato perché i bambini non si sono addormentati, hanno moderato il casino e incredibilmente un altro paio di insegnanti mi ha chiesto di ripetere l’esperimento.

Mi aspettavo che fosse un’esperienza curiosa, non mi aspettavo mi potesse piacere.

Io non ho mai amato i bambini, cioè quelli degli altri si, i miei nipoti acquisiti si, cioè i figli dei miei amici li adoro, solo perché so che la loro permanenza nella mia vita dura al massimo 3 ore di seguito.

Non ho mai desiderato dei figli, forse perché ci tengo ancora molto a interpretare io il ruolo di figlia, forse perché mia madre per un’intera vita mi ha ripetuto “Mi raccomando Oli non fare figli, occupati di te stessa”.

Nel frattempo il mio terapeuta mi ripeteva “Tua madre intanto una famiglia l’ha fatta” e soprattutto “… addossare le sue frustrazioni su di te perché è diventata madre molto presto, non è proprio da esempio”.

Nonostante questo mia madre mia ama alla follia, non ho subito particolari traumi, ha fatto del suo meglio e credo che mi volesse dare il miglior consiglio.

Le considerazioni del mio psicologo invece mi hanno aiutata si, ma di certo non hanno risolto l’enigma: voglio o no dei figli miei?

Ho dei problemi soprattutto con quelli delle elementari, la fascia che va dai 6 ai 13 anni, ed è per questo che è stata una sorpresa passare 2 ore con loro senza avere l’istinto di sopprimerli.

I bimbi sotto i 5 anni sono comici, gestibili perché parlano poco e quando piangono sono buffi, mi mette di buon umore cambiargli persino il pannolino perché hanno una pelle favolosa, di una morbidezza unica, insomma sono dei bambolotti.

I ragazzi dai 14 anni in su cominciano ad avere autonomia e sono anche stimolanti, ci si può discutere perché entrano in punta di piedi nella vita adulta, cominciano ad avere oneri e onori e soprattutto devono iniziare ad essere RESPONSABILI di loro stessi.

Quelli dai 6 ai 13 anni sono pieni di domande sciocche, poco credibili quando ti raccontano una cosa e completamente dipendenti da te, con l’aggravante di rompere le palle perché iniziano a far valere il loro libero arbitrio.

Quando vogliono qualcosa, tipo il gelato, conoscono tecniche di sfinimento che fanno invidia persino a un agente speciale dell’FBI quando mette sotto torchio un serial killer.

Ho capito diventando grande che non devo sentirmi in colpa se non ho il famoso istinto materno di cui molte donne sui 30 ti parlano, si insomma se anche a me quella malattia chiamata orologio biologico non ha cominciato a fare tic tac.

Non ne faccio una questione di evoluzione, tanto meno di femminismo, non credo neanche più che le donne che vogliono diventare madri a tutti i costi siano delle stronze egoiste, hanno un desiderio molto forte e vogliono realizzarlo.

Ecco è “A TUTTI I COSTI” che non esiste, per me un desiderio deve avere una base su cui appoggiare, altrimenti io ti stimo sorella ma secondo me sei una Kamikaze a volere un figlio persino da sola.

Se una donna o un uomo sentono il bisogno di diventare genitori io sono felice per loro, tuttavia non voglio sentirmi diversa o strana solo perché a 34 anni non condivido il loro stesso desiderio.

Credo inoltre che diventare genitore sia un atto di totale irresponsabilità, il frutto dell’amore folle nei confronti di un altro individuo che come te e con te si chiede “Se siamo cosi belli insieme, che personicina favolosa può nascere da noi?”.