Tempo di lettura: 2 minuti

Ascolto consigliato: Maya Angelou “Run Joe” (Miss Calypso)

Avere del tempo libero è una figata ma improvvisamente ti ritrovi con degli spazi vuoti per pensare e da riempire.

Da quando ne ho memoria sono sempre stata una tipa con dei turbamenti, il mio primissimo fidanzatino mi diceva che negli occhi avevo la malinconia nonostante sorridessi sempre.

Forse lui aveva capito qualcosa di profondo di me, mentre io continuo a brancolare nel mio buio.

Questa mattina ho realizzato che le donne della mia generazione hanno la sindrome da ‘Carrie Bradshaw’, sono quelle che cercano uno come Mr. Big anche quando non lo cercano, quelle che credono nell’anima gemella anche se sanno che non esiste l’anima gemella.

Mi sono anche tatuata per ricordarmi che non esiste l’anima gemella!

Fortunatamente esistono altri esempi di donne più edificanti di Carry con cui venire a contatto, una di loro per me è Maya Angelou, classe 1928 poetessa, attrice e ballerina, un’artista poliedrica, una donna coraggiosa, una rivoluzionaria priva di rabbia.

Il mese di maggio su questo piccolo angolo di mondo che è il mio blog è dedicato a lei, perché confesso che io vorrei essere lei.

Ho letto ciò che scriveva, l’ho osservata grazie a dei documentari sulla sua tortuosa vita, ne viene fuori il ritratto di una persona illuminata da una saggezza innata e con una consapevolezza di sé invidiabile.

Quando era bambina ha deciso di non parlare per 5 anni di fila e nel frattempo sopravviveva con un unico dictat: Imparare.

Lei stessa racconta di aver letto tutti i libri a cui avesse libero accesso, di aver nutrito la sua mente imparando a memoria dalle opere di Shakespeare alle tabelline, qualsiasi cosa potesse entrarle nel cervello la accoglieva, solo per riporla in uno dei cassetti della mente, sapendo che un giorno poteva tornarle utile.

Una donna nera rifiutata dai suoi genitori quando era solo una bambina, spedita insieme a suo fratello da sua nonna nel sud degli Stati Uniti negli anni 40, che ha vissuto la discriminazione raziale e guariva il suo cuore ferito con l’aiuto di una nonna eroina e con i canti gospel della chiesa.

Una donna che è stata violentata dal suo padrino, che ha avuto un figlio a 16 anni perché il suo primo uomo non ha badato alla contraccezione, che poi si è innamorata, si è sposata, si è lasciata e si è rialzata… sempre.

Maya è una che ha saputo imparare dai suoi errori, che è stata delusa dagli esseri umani ma che ha saputo intravedere l’insegnamento che c’era dietro quel dolore, una che non sa cosa significhi abbandonarsi alla sensazione di essere sconfitta dalla vita.

Mi sono fermata una settimana dal lavoro e ho capito che fermarsi è bello ma solo se hai qualcosa di nuovo da imparare.

 

“Piagnucolare non è solo poco elegante ma può essere pericoloso. Può avvertire un cattivo che una vittima è nei paraggi.” Maya Angelou