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Ascolto consigliato: Lykke Li “I Follow Rivers”

Qualche giorno fa mi è capitato di vedere un documentario “The American Meme”

che parla di alcune celebrità, celebri e non, che possono definirsi tali per quanto vengono seguite nel mondo dei social network.

Ora non voglio fare un pezzo sui social e gli influencers e su quanto stiano modificando la percezione della realtà, di certo c’è qualcuno più esperto di me che ne avrà già scritto.

Voglio fare un ‘Mea Culpa’ e confessare che io sono una delle vittime di questa nuova sostanza stupefacente che chiamerò FOLLOWERS.

Non so bene da quando è iniziata ma so per certo che se fino a un paio di anni fa facevo un uso morigerato dei social e ci tenevo che il mio privato rimanesse tale, ora la situazione è cambiata e credo che sia cambiata in peggio.

Sento che sto diventando noiosa quindi vi faccio un esempio pratico: prima non notavo se i miei followers aumentavano o diminuivano, ora lo faccio.

Su facebook ho continue richieste d’amicizia evase, dovute credo al mio mestiere, se prima accettavo qualcuno era dopo un’attenta selezione, ora o accetto tutti o non accetto nessuno,  perché se dovessi selezionare profilo per profilo diventerebbe un part time.

Mi ritrovo dopo a bloccare gente che mi scrive roba assurda facendomi delle avances da leone da tastiera.

Qualcuno una volta mi disse, volendomi dare un consiglio in buona fede, che avrei dovuto pubblicare ogni giorno qualcosa di nuovo… anche quando qualcosa di nuovo non c’è.

Proprio questo è il punto: Ma se qualcosa di nuovo non c’è che devi fare? Devi crearlo!

Nessuno può pubblicizzare sé stesso continuamente eppure sta succedendo questo a discapito della vita vera. La colazione nel bar più cool della tua città o il tuo stato umorale in una giornata del cazzo qualunque.

Direte: C’è di peggio! Si c’è, quando sentiamo il dovere morale di esprimere la nostra opinione su qualsiasi fatto o notizia, o quegli inutili R.I.P. che scrivete condividendo foto di un artista o uno scienziato che forse poche ore prima non sapevate neanche chi fosse, quello lo trovo di cattivo gusto e cosi stupido che non voglio neanche puntarci mezzo riflettore sopra.

La cosa che mi salta all’occhio è che non capiamo che siamo i Cappuccetto rosso della situazione che invece di diffidare del lupo, ci mettiamo a chiacchiera con lui e vorremo invitarlo anche a casa della nonna.