La penna d’oca è l’assoluta protagonista quando si tratta di scrivere. Le penne provenivano rigorosamente da volatili di taglia media, oca, cigno, tacchino o fagiano, e venivano prese in considerazione unicamente le prime tre alari destre poiché presentavano la curvatura ideale a garantire una facile impugnatura.

La piuma veniva quindi temperata con il ricorso al calore, tagliata e, infine, affilata grazie a uno speciale taglierino. A questo punto, a completare il corredo necessario alla scrittura, c’era il calamaio.

Questo oggetto dal fascino antico è un piccolo recipiente, spesso di vetro, utilizzato per la conservazione dell’inchiostro, in cui si intingeva, prima la penna d’oca e poi, a partire dalla prima metà del XIX secolo, anche i primi pennini metallici.

Il termine calamaio deriverebbe infatti dal greco antico calamos con cui si designava la parte terminale, appuntita, della penna di uccello impiegata nella scrittura che veniva appunto intinta nell’inchiostro.

Secondo un’altra scuola di pensiero, invece, questo termine viene fatto risalire a kalamark, ovvero calamaro in lingua copta, mollusco famoso per spruzzare inchiostro in presenza dei suoi predatori.

Qualunque sia l’origine del suo nome, il calamaio rimane un indiscusso sinonimo di eleganza e permette a chi lo sceglie di celebrare ogni giorno un rituale di scrittura ormai lontano.

Un ritmo lento e cadenzato, fatto di passaggi obbligati che consentono ai nostri pensieri di prendere vita su carta.

Dovete immaginare che la macchina da scrivere fu inventata solo verso la fine del XIX secolo, le scrittrici e gli scrittori producevano le loro opere con penna, inchiostro e calamaio, chissà come facevano con le correzioni, immagino che tirassero una linea imprecando qua e la!

Oggi parliamo proprio di una scrittrice nata a Londra nel 1797, si tratta di Mary Shelley: Scrittrice, filosofa e saggista, figlia della filosofa Mary Wollestonecraft, antesignana del femminismo, e del politico e filosofo William Godwin.

Mary dimostra sin da piccola un certo fermento, è un po “pazzariella” e a sedici anni si dichiara a Percy Bysshe Shelley, un poeta romantico che era già sposato; i due si innamorano e scappano insieme in Europa, una vera fuga romantica.

Due anni dopo, a soli diciotto anni Mary scrive quello che viene considerato il primo romanzo gotico di fantascienza, Frankenstein pubblicato nel 1818.

Ma facciamo un breve rewind: Mary perde sua madre Mary,  sembra un gioco di parole, dodici giorni dopo aver dato alla luce la nostra scrittrice, muore di setticemia e aldilà del fatto che all’epoca non ci fossi la medicina di oggi, c’è anche da considerare che tutt’ora la setticemia in termini di mortalità miete più vite che di ictus e infarti.

Mary cresce orfana di madre, suo padre Godwin però è (finalmente) un padre modello: rimasto solo con una neonata appunto e la primogenita della moglie avuta da un un altro uomo, Godwin le da il suo cognome e la tratta come sangue del suo sangue. L’anno dopo pubblica “Memorie dell’autrice della rivendicazione dei diritti delle donne” per rendere omaggio alla moglie.

Il contenuto dell’opera fu considerato immorale dalla società del tempo a causa delle relazioni extra coniugali e della figlia illegittima. C’è da dire che i genitori di Mary erano dei veri anticonformisti, si sposarono solo per far cessare i pettegolezzi e presero due case adiacenti una volta sposati per conservare la propria indipendenza.

Insomma Mary cresce in un ambiente progressista e liberale e non stupisce ora che a sedici anni decide spregiudicatamente di dichiarare il suo amore a un uomo sposato e di fuggire insieme a lui.

Ha carattere Mary, tanto che a quindici anni suo padre la descrive cosi “straordinariamente audace, piuttosto imperiosa e attiva di mente. Il suo desiderio di conoscenza è grande e la sua perseveranza in tutto ciò che intraprende quasi invincibile”.

Godwin non resiste a lungo da solo con due bambine di cui occuparsi e si risposa con la vicina di casa, Mary (si lo so si chiamano tutte cosi) Jane Claimont, una casalinga che aveva anch’essa due figli illegittimi, probabilmente generati da due uomini diversi.

La Modern Family cresce in casa di Mary e lei detestava la sua matrigna.

Infatti a quindici anni suo padre la manda a vivere con la famiglia radicale dell’amico William Baxter in Scozia, a lui scrisse “Voglio che mia figlia cresca come un filosofo, anzi un cinico” , si si uomo evoluto e progressista direte ma c’era forse anche un’altra motivazione altrettanto valida: Mary aveva una strana debolezza al braccio, si ipotizzò che questo fosse un disturbo nervoso e si manifestasse proprio per il rapporto turbolento con la matrigna, quindi Godwin adotto una soluzione ovvia cioè allontanare le due.

Mary trascorre un periodo piacevole racconta a casa del signor Baxter, poi tornò a casa e fu proprio li che conobbe Piercy Shelley, che insieme a sua moglie Hariette Westbrook erano graditi ospiti del signor Godwin dato che lo stavano aiutando a risanare i suoi debiti, ecco era un padre modello ma non proprio un genio nel gestire le risorse economiche: avevano creato insieme alla seconda moglie una piccola casa editrice per l’infanzia, idea virtuosa direte voi? Si ma la casa editrice fallì, il padre di Mary si coprì di debiti e si fece fare ingenti prestiti che non era in grado di sanare.

Lo stesso Godwin dichiarò che ci fu un periodo in cui era vicino alla disperazione.

Piercy era un radicale, aveva letto del signor Godwin il trattato Political Justice, tutto ciò lo aveva allontanato dalla sua famiglia aristocratica che voleva per lui un futuro basato sul modello tradizionale: accumulare ricchezze e terreni mentre Percy era diverso, voleva usare il denaro della famiglia per aiutare i bisognosi, una sorta di mini San Francesco senza illuminazione celestiale. Figuratevi i genitori che reazione composta abbiano avuto quando glielo ha detto!

Percy non riuscì ad accedere mai con facilità al patrimonio di famiglia e comunque disse a Godwin che non poteva e non voleva risanare tutti i suoi debiti, Godwin si sentì tradito dal suo discepolo e ci fu un naturale allontanamento.

Mary e Percy si incontravano di nascosto sulla tomba della madre di lei, Godwin lo venne a sapere e provò in tutti i modi a scoraggiare questa unione.

Tuttavia Mary parte con Percy e si porta anche la sorellastra, la figlia della matrigna cattiva, Claire e vanno in Francia, arrivano fino in Svizzera e immaginatevi un “romanzo vivente” come lo descrivono loro stessi, su un carretto trascinato da un mulo e loro che nel frattempo leggono e appunti pensieri su un diario comune.

Tutto molto bohemien direte voi ma poi i soldi finiscono e decidono di tornare indietro. Il diario di questo viaggio fu riadattato e pubblicato con il nome “Storia di un viaggio di sei settimane” a cui Percy dette un contributo ma di base lo riadatto Mary.

Durante quel viaggio Mary rimase incinta, e sai quando si dice che una donna tende a ritrovare suo padre nel compagno? Ecco Piercy nonostante provenisse da una famiglia aristocratica era spesso senza denari e i creditori lo cercavano, finì anche in carcere per questioni di debiti e si scambiavano delle lettere con Mary struggenti, descrivendo la pena di essere costretti a star lontani.

Insomma un racconto romantico dalle tinte drammatiche, gia perché Mary alla fine diede alla luce Clara, una bambina prematura che dopo due settimane dalla nascita morì, segue un periodo di depressione e poi Mary si riprese, continuò a vivere, diede alla luce un secondo figlio avuto da Percy, William.

Nel frattempo Claire la sorrelastra rimane incinta di Lord Byron, un nobile, poeta e politico britannico e anche li bisogna decidere il da farsi e andarono tutti e tre a vivere a Londra.

Mary seppe che la prima sorrelastra, Fanny, si lamentava dell’infelicità della sua vita, poco dopo la trovarono morta suicida con una bottiglietta di laudano, chiamata anche tintura di oppio. Lasciò una lettera straziante e piena di disprezzo per se stessa, insomma brutta storia.

Fu nascosto questo suicidio ma poi ci fu un altro fatto strano nella famiglia moderna in questione , Hariette la moglie di Percy, fu trovata morta affogata nel laghetto di Hyde Park a Londra, si ipotizza altro suicidio e anche questo fu nascosto all’opinione pubblica.

Vi ricordate di Lord Byron, quello che aveva messi incinta la sorellastra Claire? A lui va riconosciuto il merito di aver solleticato la creatività d Mary per il racconto poi divenuto romanzo Frankenstein, Byron propose un gioco: ognuno di loro doveva scrivere una storia di fantasmi.

Mary racconta “Vedevo a occhi chiusi… il pallido studioso di arti profane inginocchiato accanto alla “cosa” che aveva messo insieme. Vedevo l’orrenda sagoma di un uomo sdraiato, una cosa terrificante, perché terrificante sarebbe stato il risultato di un qualsiasi tentativo umano di imitare lo stupendo meccanismo del Creatore del mondo”… insomma forse Mary un po cattolica lo era!

Nel frattempo Mary era di nuovo incinta e Claire diede alla luce la figlia avuta con Byron, Alba. Partirono tutti per sfuggire ai creditori inglesi e si trasferirono in Italia, per prima cosa perché Lord Byron viveva a Venezia e volevano che si occupasse di Alba, lui accettò a patto che Claire fosse lontana da loro, non voleva avere più a che fare con lei. Accettarono e qui partì il pellegrinaggio italiano, visitano città, imparano la lingua, socializzano e leggono ovviamente.

L’avventura italiana fu devastata dalla morte di entrambi i figli di Mary, Clara morì di dissenteria a Venezia e William di malaria a Roma. Mary ne esce distrutta dalla depressione e si allontanò anche da Percy.

Per un po di tempo Mary trovò conforto solo nella scrittura e poi dopo ebbe un altro figlio, nato a Firenze lo chiamarono Percy Florence che la aiutò a riprendersi ma non risanò mai le perdite precedenti.

Nonostante tutto questo dramma Mary racconta dell’Italia “Un paese nel quale la memoria viene dipinta come il paradiso”, avevano tutti una libertà politica pazzesca, lei , Percy , Lord Byron, insomma erano liberi e questo bastava.

Mary era una tipa fuori dai canoni e a un certo punto, nel 1818 , scrisse un romanzo apocalittico dal titolo “L’ultimo uomo” e lo scrisse a Napoli, stettero li circa tre mesi ma poi andarono nella baia di Lerice, di nuovo in attesa di un figlio ma poi ebbe un aborto spontaneo e Percy la salvò immergendola in una vasca con ghiaccio per arginare l’emorraggia in attesa del medico.

Mary si salvò ma tra i due si spezzò qualcosa, l’idillio era finito e non ci mise molto Percy a consolarsi nelle braccia di un’altra, tale Jane. Poco dopo Percy perse la vita in un incidente in mare, insieme al marito della famosa Jane appena citata e in una notte finì tutto cosi.

Mary torna in Inghilterra e decide di dedicarsi esclusivamente a suo figlio e alla scrittura, va a vivere con il padre e la matrigna perché le sue condizioni economiche non le permettono altro, suo suocero Sir Timothy Shelley le fa una proposta indecente: soldi in cambio del fatto che lei non avesse più pubblicato manoscritti del defunto marito, che non si fosse fatta chiamare signora Shelley e soprattutto avesse affidato la custodia del figlio ai nonni, non rivedendo mai più il bambino.

Mary combattiva com’era rifiutò e si concentrò sulla carriera, dopotutto era una brava scrittrice e poteva campare del suo lavoro insieme a suo figlio.

Mary rifiutò vari pretendenti, divenne anche una curatrice editoriale e poi nel 1840 parte con suo figlio per un viaggio continentale, il nonno arcigno muore a 90 anni che per l’epoca era quasi un miracolo e lascia finalmente un’eredita, più piccola di cio che si aspettavano.

Mary comincia a star male, forti emicranie e ictus in varie parti del corpo le impediscono di leggere e scrivere, fino a quando morì il 1 febbraio 1851 a soli cinquantaquattro anni per un probabile tumore al cervello.

Mary Shelley passa alla storia per la sua avvincente storia “Frankestein” che è la consacrazione di una serie di perdite, tragedie vissute sulla sua pelle ma nonostante tutto questo dramma, non ha mai smesso di credere alla vita e alla libertà di viverla proprio come desiderava.

“Vedo cose faccio gente la puoi ascoltare il sabato dalle 20:00 alle 22:00 su Radio Cusano Campus.

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