Tempo di lettura: 3 minuti circa, ne ho per tutti!

Ascolto consigliato: Four Tet – Locked

 

Premetto che questo pezzo ha questo titolo perché sto scrivendo mentre vivo un forte disagio: sono afona da giorni con dolore fortissimo annesso e non è per niente simpatico per una che fa la speaker! Sarò dura ma sappiate che il dolore è forte, sono 6 giorni che sopporto e credo di essermi avvicinata all’essenza del travaglio delle partorienti, e ora donne che avete partorito lapidatemi via!.

Sono 12 anni che vivo a Roma e finalmente ho fatto il cambio medico dell’Asl, cioè ho finalmente un dottore dedicato a me nella città in cui vivo.

In questi anni mi sono arrangiata con fattucchiere, rimedi della nonna e mio zio che abita vicino Roma e fa il medico,  io l’ho usato più come farebbe un tossico con il suo pusher quando gli serve una dose perché si sente morire.

Questo vi da l’idea di quanto io ami i medici e i luoghi da essi popolati.

Le uniche volte che sono andata in ospedale sono state due e per subire dei piccoli interventi chirurgici.

A parte durante l’intervento, che ero divinamente sedata, e dopo quando mi hanno dato altra roba per stare buona – che rimanga tra noi ma negli ospedali hanno della droga da sballo ed è legale –  per il restante tempo sembravo riposseduta dal demonio.

Mia madre svolgeva il ruolo di angelo della pace per non farmi buttare fuori prima del tempo.

Sono stata capace di farmi venire gli attacchi di panico solo perché dovevo andare a trovare una mia zia anziana e malata.

L’unica volta che ho fatto io da badante a mia madre, poverina, ricoverata per un’operazione molto più seria delle mie, due sole notti signori, sembrava fossi andata in guerra e l’avessi anche persa.

Questo è il mio rapporto con i luoghi della medicina e i medici, di loro penso che sono degli eroi a voler stare a contatto ogni giorno con germi e malattie ma soprattutto sono dei virtuosi perché stanno a contatto con la gente che va dal medico!

Dico gente e intendo tutti, perché diciamolo quando stiamo male siamo tutti indistintamente brutte persone: intrattabili, egoisti e depressi.

Si c’è chi lo nasconde meglio ma ci lamentiamo quando stiamo male e lo facciamo persino con il giornalaio che per errore chiede: “Come sta?” e li parte la pippa! Perché lamentarsi è un’auto coccola, vedi il capitolo su questo blog dedicato agli ipocondriaci.

Arriviamo all’odio vero: le sale d’aspetto dei medici, qui c’è la vera cloaca dell’umanità malata!

Faccio un’altra premessa e non provo nessun pudore nel dirlo: IO DETESTO LA VECCHIAIA QUANTO DETESTO LA FASE DEI BAMBINI DAI 3 AI 14 ANNI, non mi piacciono gli estremi anagrafici dell’umanità, i neonati sono passabili perché si vero piangono e vanno cambiati ma sono buffi e fino ai 3 anni se parlano dicono cose buffe.

Io detesto la vecchiaia e non voglio invecchiare, lo so che l’universo mi può punire e togliermi di mezzo da un momento all’altro.

Non ho nessuna intenzione di suicidarmi e mi voglio abbastanza bene da non farmi più male del necessario per godermi la vita, però desidero morire quando sarò ancora in grado di lavarmi e mangiare da sola.

Quindi dicevamo i vecchi e i bambini nelle sale d’attesa dei medici: mentre i bambini sono succubi dei genitori quindi non posso accanirmi per la loro follia all’interno degli spazi chiusi, dove manifestano anche loro di essere riposseduti dal demonio, i vecchi non hanno scusanti.

Innanzitutto voglio conoscere quello che ha detto la stronzata che la vecchiaia ti fa diventare saggio, chi è? Ditemelo che ci vado a parlare!

Quale saggezza, i vecchi regrediscono come i bambini ma peggio, perché mentre gli infanti sono buffi e belli quindi sopportabili nelle loro lagne, i vecchi no, loro sono antipatici, lamentosi e decisamente poco avvenenti.

Poi avete mai visto uno studio medico senza vecchi? Io no, mai! E’ come se a un certo punto il medico di base diventa il loro psicologo o il prete dove andare a confessare tutte le loro turbe.

Questo per me è attribuibile non al dolore degli acciacchi dell’età, che di certo ci sono per carità, piuttosto alla PAURA DI MORIRE.

Si muore tutti prima o poi e lo scrittore Jerzy Kosinski diceva che “…la vita è uno stato mentale” e per questo motivo per me i pensionati non dovrebbero esistere, nessuno dovrebbe vivere il trauma della pensione e avere così tanto tempo per pensare alla morte.

C’è chi si ritiene fortunato di andare in pensione perché così può fare finalmente tutte quelle esperienze di cui è stato privato dagli obblighi della vita e ok però falle!

Vecchi che avete tempo passate le vostre giornate in vacanza, non a rinfacciare ai vostri figli che dovete fare obbligatoriamente i nonni, non lo volete fare? Non lo fate! L’obbligo è nella vostra testa perché non avete le palle di vivere la vostra vita come desiderate e siete ricattabili moralmente, perché non volete prendervi la responsabilità delle vostre scelte.

Mangiatevi tutta la pensione su una spiaggia di Rio che ne so, e se schiattate li, subito, meglio cosi! Preferite veramente passare 10 anni in più della vostra esistenza dentro la triste sala d’aspetto del vostro medico di base?

E che non si dica che io non vivo con serenità lo stare male!